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Parquet e cemento "seguiti" dai chip

Parquet e cemento "seguiti" dai chip.
INNOVAZIONE. Prende piede l'etichetta elettronica: dopo i lapidei tocca al legno e al calcestruzzo

Parquet e manufatti in cemento. Sono questi i due nuovi “campi” in cui l’hi-tech company del veronese At-Informatica, sta sperimentando l’utilizzo dei chip a radiofrequenza RFid. Dopo il successo ottenuto lo scorso anno con  il progetto RFid Stone dedicato all’impiego e alla gestione dei tag elettronici nel settore del lapideo - Bresciana Graniti e Testi Group, le aziende coinvolte (“progetti e concorsi” n. 40/2007) -, At-Informatica ha esteso il proprio raggio d’ azione.

Due i produttori veneti - rispettivamente di parquet e di manufatti in cemento - che hanno deciso di testare i tag di nuova generazione con l’obiettivo di migliorare le operazioni di tracciabilità dei propri prodotti. At-Informatica non può svelare, per il momento, le identità dei produttori con i quali sono in corso le sperimentazioni.

È possibile, però, fare il punto sui primi risultati dei progetti. “Con l’azienda produttrice di parquet il test riguarda la movimentazione dei prodotti a magazzino e, in particolare, il controllo delle quantità di pezzi contenuti in ogni singola confezione - spiega Nicola Quintarelli, amministratore di At-Informatica e socio fondatore dell’azienda – In sostanza il cliente ci ha chiesto di automatizzare il processo di confezionamento con i’obiettivo de evitare errori relativamente ai quantitativi e alle tipologie di parquet“.

 

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L’impiego dei chip RFid e di dispositivi di lettura delle informazione contenute nei tag ha consentito di raggiungere gli obiettivi. “I chip, applicati su ogni singola confezione, contengono informazioni dettagliate sulla quantità e sulle dimensione delle listelle, nonché sul legname utilizzato - continua Quintarelli -. È dunque impossibili incorrere in errori in fase di spedizione“.

L’impiego della tecnologia RFid consente, inoltre, di aggiornare in tempo reale le informazione sulle scorte di magazzino. “ Ogni volta che viene creata la carta d’identità elettronica delle confezione in via di distribuzione vengono inviate direttamente al database di magazzino che aggiorna i dati e provvede ad avviare le procedure per il riferimento delle scorte”, spiega ancora Quintarelli.

Se il progetto “parquet” riguarda il confezionamento delle listelle, quello portato avanti con il produttore di manufatti in cemento va a tracciare i singoli pezzi. “In questo caso ogni manufatto viene dotato di un tag che lo identifica in modo univoco. Il chip è riscrivibile, vale a dire che le informazioni contenute in memoria possono essere aggiornate progressivamente, dalla fase di produzione a quella di spedizione”. All’interno dello stabilimento produttivo è stata realizzata una rete wireless che consente la trasmissione dei dati a tutti i dispositivi collegati.

”Terminato il processo produttivo i manufatti vengono stoccati in un apposita area all’esterno dello stabilimento. L’ operatore addetto alle spedizione è dotato di un palmare RFid di tipo industriale che legge le etichette elettroniche e comunica al cervellone elettronico centrale le informazioni sull’avvenuto carico. Anche in questo caso - conclude Quintarelli – con margine di errore pari a zero”.