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Lapidei sotto controllo grazie ai chip.
Con la tecnologia RFid prodotti dotati di una “carta di identità” elettronica sempre aggiornata.
Addio ai codici a barre: le aziende puntano sulle nuove etichette a radiofrequenze.
Sono Bresciana Graniti e Testi Group le prime due aziende del settore del lapideo che hanno adottato RFid Stone. La piattaforma – sviluppata da At-Informatica – grazie all’utilizzo integrato de etichette a radiofrequenza RFid, dispositivi wireless e un apposito software gestionale, permette di monitorare e tracciare in tempo reale le movimentazione dei lapidei in tutta la catena produttiva.
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“A ogni singola lastra viene abbinato un tag – spiega Nicola Quintarelli, amministratore di At-Informatica, tra i soci fondatori dell’azienda –. Il tag a sua volta viene inglobato in sua speciale resina, da noi brevettata, che lo protegge dalle polveri, dall’umidità e da altri agenti che potrebbero comprometterne il funzionamento”. Il microchip contiene tutti i dati relativi alla lastra, diventando una sorta di carta di identità che viene aggiornata durante il processo di lavorazione non appena la lastra viene sottoposta a un nuovo trattamento.
“Oltre alla partita di provenienza è possibile ottenere informazione sulle misure di acquisto e di vendita, sui percorsi di lavorazione subiti. Il cliente può inoltre richiedere ulteriore funzioni, come ad esempio l’abbinamento delle informazioni all’immagine della lastra”, spiega ancora Quintarelli. La scelta della tecnologia RFid da parte di Bresciana Graniti e Testi Group ha di fatto mandato in pensione le "vecchie" etichette. "Il codice a barre si sporca, si può graffiare, diventando spesso illegibile. A volte si stacca e non resiste ad alcune lavorazioni, come la lucidatura effettuata con dischi abrasivi che ruotano sulla lastra trasportando acqua e fango - va avanti Quintarelli - . L'RFid, opportunamente protetto, evita tutti questi problemi e inoltre consenti di dotare ogni lastra di una numerazione standard a livello mondiale".
Il progetto per Testi Group è stato interamente portato avanti da At-Informatica (quello per Bresciana Graniti ha visto in campo il partner Zero Uno Informatica) che nello specifico ha applicato su ogni lastra un micro-chip circolare su ogni lastra da 14mm protetto dalla speciale resina a rapida essiccazione. Mediante un lettore palmare industriale (che si trasforma in ricevitore RFid) viene associato il codice identificativo univoco al blocco d'origine della lastra. Una volta terminato il "battesimo" (ossia l'applicazione del tag e la sua configurazione per la lettura) la lastra può avviarsi verso qualsiasi tipo di lavorazione.
Al momento ancora in fase di implementazione - "ci vorranno alcuni mesi per completare il battesimo delle oltre 20mila lastre in deposito", puntualizza Quintarelli, il progetto per Testi Group vedrà a regime l'utilizzo dei tag RFid su tutte le lastre prodotte nello stabilimento di Verona.